Testimoni di Geova e dottrine
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CROCE

Ultimo Aggiornamento: 19/01/2010 19:54
OFFLINE
Post: 592
Città: MONCALIERI
Età: 54
Sesso: Maschile
07/10/2009 19:11

Definizione
Quasi tutta la cristianità indica col termine croce lo strumento su cui fu messo a morte Gesù Cristo. La parola deriva dal latino crux.
11/10/2009 21:00


(Giovanni 3:14) 14 E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così il Figlio dell’uomo dev’essere innalzato,

(Numeri 21:8-9) ...Quindi Geova disse a Mosè: “Fatti una serpe infuocata e mettila su un’asta. E deve avvenire che quando qualcuno è stato morso, deve guardarla e quindi deve rimanere in vita”. 9 Mosè fece subito un serpente di rame e lo pose sull’asta; e in effetti avvenne che se un serpente aveva morso un uomo ed egli guardava fisso il serpente di rame, allora rimaneva in vita.

Perciò sapeva che era su un'asta o palo che doveva essere innalzato.

Quindi, chi vuole avere salva la vita, è nel sacrificio di Gesù che deve volgere il suo sguardo (guardando ad esso con fede), accettandolo.

[Modificato da tdgologo 19/01/2010 19:54]
11/10/2009 21:28

Inoltre, si può pure spiegare ciò che fu la causa del sudore di sangue e la richiesta di Gesù di evitare il calice se era possibile.

(Deuteronomio 21:22-23) 22 “E nel caso che in un uomo ci sia un peccato che meriti la sentenza di morte, ed egli sia stato messo a morte, e tu l’abbia appeso a un palo, 23 il suo corpo morto non dovrebbe restare sul palo per tutta la notte; ma lo devi senz’altro seppellire quel giorno, perché colui che è appeso è qualcosa di maledetto da Dio; e non devi contaminare il tuo suolo, che Geova tuo Dio ti dà in eredità.

Gesù non stava pensando alle sofferenze fisiche che avrebbe dovuto sopportare da lì a poco, in paragone a questo, per lui, quelle erano una passeggiata.

Ciò che fu difficilissimo per il Cristo di sopportare, era proprio questo: morire come un "maledetto da Dio", Proprio lui che in tutto e per tutto aveva sempre desiderato e cercato di far piacere al suo Dio e Padre Geova. Per questo gli disse:

(Matteo 26:38-39) 38 Quindi disse loro: “L’anima mia è profondamente addolorata, fino alla morte. Restate qui e vigilate con me”. 39 E andando un po’ avanti cadde sulla sua faccia, pregando e dicendo: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice. Tuttavia, non come io voglio, ma come tu vuoi”.

meglio ci aiuta a capire Luca:

(Luca 22:41-44) ...Ed egli stesso, allontanatosi da loro circa un tiro di pietra, piegò le ginocchia e pregava, 42 dicendo: “Padre, se lo desideri, rimuovi da me questo calice. Tuttavia si compia non la mia volontà, ma la tua”. 43 Quindi gli apparve un angelo dal cielo e lo rafforzò. 44 Ma, entrato in agonia, continuò a pregare più intensamente; e il suo sudore divenne come gocce di sangue che cadevano al suolo.

Benché ricevette la visita di un angelo che lo rafforzasse, tanto era gravoso per il Cristo di dover morire come un maledetto da Dio che arrivò perfino a sudare sangue.

Geova stesso, dovendo adempiere la stessa sua parola, dovette mosttrarsi allontanto da gesù, al lmomento che fu appeso al palo, dovendo considerarlo appunto come un "maledetto".
Gesù percepì pienamente e tremandamente questa angosciosa mancanza di presensa da parte di suo padre quando infatti accedde ciò che narra Matteo.

(Matteo 27:45-46) 45 Dalla sesta ora caddero le tenebre su tutto il paese, fino alla nona ora. 46 Verso la nona ora Gesù chiamò ad alta voce, dicendo: “Elì, Elì, lamà sabachthàni?” cioè: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

Io, personalmente, credo che proprio quella estrema ed angosciosa situazione nella quale Gesù si trovò, sentendo che il suo cuore stava cedendo, ebbe almeno la consapevolezza di aver adempiuto sotto ogni aspetto il gravoso compito che gli era stato affidato:

(Giovanni 19:28-30) ...Dopo ciò, comprendendo Gesù che ormai ogni cosa si era compiuta, affinché si compisse la scrittura disse: “Ho sete”. 29 C’era lì un vaso pieno di vino acido. Perciò posero una spugna piena di vino acido su un [ramo di] issopo e gliela portarono alla bocca. 30 Quando ebbe dunque ricevuto il vino acido, Gesù disse: “È compiuto!” e, chinando la testa, rese lo spirito.

Egli ha quindi preso su di se la "maledizione" che era su tutto il genere umano, la condanna a morte, riscattando tutti coloro che avessero riposto fiducia in Dio e che avrebbero con gratitudine guardato al sacrificio di ricatto pagato dal figlio.
Adempiendo pure in tal modo il modello profetico tipicamente illustrato da Mosè col serpende di rame appeso an'asta o palo.


Questo, io comprendo.





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Post: 102
Sesso: Femminile
31/10/2009 22:09

Che dire dello strumento usato per mettere a morte il Figlio di Dio? È interessante che la Bibbia usa anche il termine xỳlon per identificare lo strumento usato. Il Dizionario illustrato greco-italiano di Liddell e Scott ne dà questa definizione: “Legno tagliato e pronto per l’uso, sia legna da ardere, sia legname da costruzione, . . . pezzo di legno, tronco, trave, palo, . . . bastone, clava, randello, . . . asse o trave a cui erano legati i malfattori, la Croce, N.T. . . . di legno vivo, pianta, albero”. (Le Monnier, 1975, p. 875) Per illustrare l’accezione “la Croce”, l’edizione inglese di questo dizionario, più ampia, cita Atti 5:30 e 10:39. In questi versetti, comunque, xỳlon è tradotto “legno” da Con, Di, EP, Mar, Na, VR e “albero” da KJ, RS. (Confronta questi significati con Galati 3:13; Deuteronomio 21:22, 23; vedi anche la nota ad Atti 5:30 in Ge).
Il libro The Non-Christian Cross (J. D. Parsons, Londra, 1896), dice: “In nessuno dei numerosi scritti che formano il Nuovo Testamento esiste una sola frase che, nel greco originale, costituisca anche una prova indiretta che lo stauros usato nel caso di Gesù fosse altro che un ordinario stauros; tanto meno che consistesse non di un solo pezzo di legno, ma di due inchiodati insieme a forma di croce. . . . Non poco capzioso da parte dei nostri insegnanti è il tradurre il termine stauros ‘croce’ per rendere nella nostra lingua i documenti greci della Chiesa, e il sostenere tale azione inserendo ‘croce’ nei nostri dizionari quale significato di stauros senza spiegare bene che tale non era affatto il significato principale del termine all’epoca degli Apostoli, non diventò il significato principale che molto tempo dopo, e diventò tale, se mai, solo perché, nonostante l’assenza di ulteriori prove, per una ragione o per l’altra si presumeva che il particolare stauros su cui fu messo a morte Gesù avesse quella particolare forma”. — Pp. 23, 24; vedi anche The Companion Bible, Londra, 1885, Appendice n. 162.

Il peso dell’evidenza indica quindi che Gesù morì su un palo verticale e non sulla croce tradizionale.

Quali sono le origini storiche della croce della cristianità?

“Vari oggetti contrassegnati da croci di diverso disegno e risalenti a periodi molto anteriori all’èra cristiana sono stati trovati quasi in ogni parte del mondo antico. India, Siria, Persia ed Egitto ne han tutti fornito innumerevoli esempi . . . L’uso della croce come simbolo religioso nei tempi precristiani e fra i popoli non cristiani può forse essere considerato quasi universale, e in moltissimi casi era collegato con qualche forma di adorazione della natura”. — Encyclopædia Britannica (1946), Vol. 6, p. 753.

“La forma [della croce a due bracci] ebbe origine nell’antica Caldea, ed era usata come simbolo del dio Tammuz (essendo a forma del mistico Tau, iniziale del suo nome) in quel paese e nei paesi limitrofi, incluso l’Egitto. Verso la metà del III secolo d.C. le chiese si erano ormai dipartite da certe dottrine della fede cristiana o le avevano travisate. Per accrescere il prestigio dei sistemi ecclesiastici apostati, i pagani erano ricevuti nelle chiese indipendentemente dalla rigenerazione per mezzo della fede ed era largamente permesso loro di ritenere i loro segni e simboli pagani. Perciò il Tau o T, nella sua forma più frequente, con il pezzo in croce abbassato, fu adottato come simbolo della croce di Cristo”. — An Expository Dictionary of New Testament Words, di W. E. Vine, Londra, 1962, p. 256.

“È strano, eppure certo, che in epoche molto più antiche della nascita di Cristo, e, successivamente, in paesi non raggiunti dagli insegnamenti della Chiesa, la Croce sia stata usata come simbolo sacro. . . . Il greco Bacco, il tiro Tammuz, il caldeo Bel e il norvegese Odino furono tutti simboleggiati presso i loro devoti da un oggetto cruciforme”. — The Cross in Ritual, Architecture, and Art, di G. S. Tyack, Londra, 1900, p. 1.
“La croce a forma di ‘crux ansata’ . . . era portata in mano dai sacerdoti e dai re pontefici egiziani come simbolo della loro autorità di sacerdoti del dio–sole, ed era chiamata ‘il segno della vita’”. — The Worship of the Dead, di J. Garnier, Londra, 1904, p. 226.
“Varie figure di croci si trovano dappertutto sui monumenti e sulle tombe degli egiziani e sono considerate da molti esperti simboli del fallo [rappresentazione dell’organo sessuale maschile] o del coito. . . . Nelle tombe egiziane la croce ansata [croce sormontata da un cerchio o impugnatura] si trova accanto al fallo”. — A Short History of Sex-Worship, di H. Cutner, Londra, 1940, pp. 16, 17; vedi anche The Non-Christian Cross, cit., p. 183.
“Queste croci erano usate come simboli del dio-sole babilonese, [vedi l’edizione stampata], e si vedono per la prima volta su una moneta di Giulio Cesare, 100-44 a.C., e poi su una moneta coniata dall’erede di Cesare (Augusto), 20 a.C. Sulle monete di Costantino il simbolo più frequente è [vedi l’edizione stampata]; ma si usa lo stesso simbolo senza il cerchio intorno, e con i quattro bracci verticali e orizzontali uguali; e questo era il simbolo particolarmente venerato come ‘disco solare’. Bisogna dire che Costantino era un adoratore del dio-sole, e non entrò nella ‘Chiesa’ che un quarto di secolo dopo aver visto tale croce nei cieli”. — The Companion Bible, cit., Appendice n. 162; vedi anche The Non-Christian Cross, cit., pp. 133-141.
La venerazione della croce è scritturale?

1 Cor. 10:14, CEI: “Miei cari, fuggite l’idolatria”. (Un idolo è un’immagine o simbolo che è oggetto di intensa devozione, venerazione o adorazione).
Eso. 20:4, 5, CEI: “Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo né di quanto è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai”. (Si noti che Dio vietò anche solo di farsi immagini dinanzi alle quali prostrarsi).
È interessante ciò che dice un’enciclopedia cattolica: “La rappresentazione della morte di redenzione di Cristo sul Golgota non ricorre nell’arte simbolica dei primi secoli cristiani. I primi cristiani, influenzati dalla proibizione delle immagini scolpite contenuta nel Vecchio Testamento, erano riluttanti a raffigurare perfino lo strumento della Passione del Signore”. — New Catholic Encyclopedia (1967), Vol. IV, p. 486.
A proposito dei cristiani del I secolo un libro dice: “Non v’era l’uso del crocifisso né alcuna rappresentazione materiale della croce”. — History of the Christian Church, di J. F. Hurst, New York, 1897, Vol. I, p. 366.

Fa differenza se uno è devoto alla croce ma non la adora?

Cosa provereste se un vostro carissimo amico fosse messo a morte dietro false accuse? Vi fareste una copia dello strumento con cui è stato ucciso? Lo considerereste un oggetto caro o lo aborrireste?
Nell’antico Israele, giudei infedeli piangevano la morte del falso dio Tammuz. Geova disse che ciò che facevano era ‘detestabile’. (Ezec. 8:13, 14) La storia spiega che Tammuz era un dio babilonese, il cui simbolo era la croce. Fin dal suo inizio ai giorni di Nimrod, Babilonia fu nemica di Geova e della vera adorazione. (Gen. 10:8-10; Ger. 50:29) Chi è devoto alla croce onora quindi un simbolo di un culto che si oppone al vero Dio.
Come si legge in Ezechiele 8:17, i giudei apostati inoltre ‘stendevano il germoglio al naso di Geova’. Egli definì ‘detestabile’ e ‘offensivo’ ciò che stavano facendo. Perché? Questo “germoglio”, spiegano alcuni commentatori, era una rappresentazione dell’organo sessuale maschile, usata nell’adorazione fallica. Come deve quindi considerare Geova l’uso della croce, che, come si è visto, era impiegata nell’antichità come simbolo nei culti fallici?
FONTE:RS.CROCE



L'umorismo è la cintura di salvataggio nel fiume della vita.(Wilhelm Raab)


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