Testimoni di Geova e dottrine
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CORPO DI GESU'

Ultimo Aggiornamento: 08/10/2009 19:15
08/10/2009 19:15

Carne E spirito - Corpo "spirituale" o corpo "fisico"?

Sono molte le denominazioni religiose che immagiano che alla morte fisica segua poi una resurrezione della carne.

Molte di tali denominazioni, come specialmente quella ebraica, credono in una resurrezione della carne, di un corpo fisico sempre su questa terra. Questa credenza è basata su promesse fatte da Dio stesso.

Con l'influenza ellenistica, nel tempo, si è formata una teologia riguardo alla resurrezione che si basava sulla dicotomia Platonica "corpo-anima" come essere fuse in un insieme tale che anche se il corpo letterale fosse distrutto, l'anima d'esso restava in qualche modo presente.

Con la speranza Celeste data da Gesù mediante un patto per un regno ad una ristretta fascia di persone (i 144.000), dopo la morte degli apostoli specialmente, si è diffusa in diverse correnti religiose la speranza che il corpo fisico, benché distrutto dopo la morte, si dovesse poi ricongiungere con la sua "anima" alla sua resurrezione per vivere negli stessi luoghi celesti, alla presenza di Dio stesso.
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Indipendentemente da riferiementi, che siano essi biblici, o "rivelati" o dedotti da filosfie teologiche che possano farli sembrare realistici, vorrei qui fare delle considerazioni di carattere scentifico che forse potrebbero aiutare a riflettere sul punto con una maggiore cognizione di causa.

Premesso il fatto che "a Dio ogni cosa è possibile":

(Marco 10:27) 27 Fissandoli, Gesù disse: “Agli uomini è impossibile, ma non a Dio, poiché a Dio ogni cosa è possibile”...

E' anche necessario rendersi conto che Dio stesso si attiene alle sue leggi sia in senso materiale (universali o dell'universo) sia in senso spirituale (reame spirituale o Cielo).
Egli (dio) può eccezionalmente derogare da tali leggi (i miracoli) ma non le sovverte mai o non le modifica permanentemente.

Perché, in armonia pure con ciò che dicono le scritture, non è scientificamente né fattibile né scentificamente possibile che un corpo "fisico" possa mantenere il suo stato "fisico" in un reame di natura "Spirituale"?
Perché il primo a dirlo è Dio stesso, al quale appunto "tutto" è possibile. Infatti egli stesso ha fatto conoscere mediante la sua parola scritta:

(1 Corinti 15:50-53) ...Comunque, dico questo, fratelli, che carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio, né la corruzione eredita l’incorruzione. 51 Ecco, vi dico un sacro segreto: Non tutti ci addormenteremo [nella morte], ma tutti saremo mutati, 52 in un momento, in un batter d’occhio, durante l’ultima tromba. Poiché la tromba suonerà, e i morti saranno destati incorruttibili, e noi saremo mutati. 53 Poiché questo che è corruttibile deve rivestire l’incorruzione, e questo che è mortale deve rivestire l’immortalità.

Paolo parla di un "mutamento" necessario, infatti, perchè una persona con corpo fisico possa accedere nel reame spirituale; tale "mutamento" è in un corpo spirituale, non più fisico.

Il motivo "scentifico" è ovvio.

Lo spazio universale (l'intero universo che sembra essre stato generato da un'inimmaginabile grande esplosione cosmica) è inesorabilmente legato a tre vettori indissolubili riassumibili nella formula S=VxT (spazio uguale a velocità per tempo). In questa equazione, se anche uno solo degli operandi è posto a zero (ovvero non esistesse) pure gli altri operandi sarebbero resi zero (non potrebbero esistere).

Per capire: vi immaginate se dall'universo si togliesse la Spazio rendendolo = a zero? Potrebbe continuare ad esistere? Potrei io essere "veloce" se non avessi il "tempo" (per correre)?. Un corpo fisico, composto di cellule, molecole, atomi, è inesorabilmente soggetto a queste leggi.

Nei reami spirituali, che sono oltre lo Spazio, oltre il Tempo e oltre la Velocità, la materia fisica è qualcosa di "inconcepibile".
Per tale motivo, ai 144.000 eletti che sarà dato il privilegio di divenire delle "primizie" e un dono da Geova per il Cristo, sarà dato un "corpo spirituale" mediante un "mutamento" che dia a chi lo ricevere la sensazione che nulla sia cambiato, ma che permetterà loro di vivere in eterno (addirittura di essere inclusi nella stessa immortalità di Cristo e di Geova) nel reame "spirituale" ovvero in quallo che noi chiamiamo in tal senso "cielo".


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