Testimoni di Geova e dottrine
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Cosa significa essere cristiani?

Ultimo Aggiornamento: 09/07/2010 19:03
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Città: MONCALIERI
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26/12/2009 13:27

it.wikipedia.org/wiki/Cristiano_(religione)

Un cristiano è un seguace e discepolo di Cristo. È Cristiano chiunque sia stato battezzato nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e crede che Gesù Cristo è il Signore e il Salvatore.


it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20090426063319AA2hNKD

Ma chi l'ha detto che bisogna credere alla Trinità per essere cristiani?
cattolici ed evangelici continuano a sostenere che puoi definirti cristiano solo se riconosci Gesù come tuo Dio.....ma dove sta scritta una cosa simile? Ma chi l'ha detta?

Ma è vero il contrario piuttosto!

Innanzitutto è lo stesso Gesù ad aver detto che la Vita Eterna è accessibile credendo che solo suo Padre sia "L'Unico Vero Dio" (Gv17:3), e ancora:

Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri
(Giovanni 13:25)


duemila anni di inquisizioni, crociate e pedofilie cattoliche hanno il coraggio di chiamarle cristiane invece solo perchè idolatrano il Figlio di Dio?

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09/07/2010 18:57

Cosa significa essere cristiani. Gesù estese l’invito a divenire suoi seguaci, dicendo: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda il suo palo di tortura e mi segua di continuo”. (Mt 16:24) I veri cristiani hanno piena fede che Gesù Cristo è in modo particolare l’Unto di Dio e il Figlio unigenito, il Seme promesso che ha sacrificato la sua vita umana come riscatto, è stato risuscitato ed esaltato alla destra del Padre, ed è stato autorizzato a soggiogare i suoi nemici e a rivendicare il nome di Geova. (Mt 20:28; Lu 24:46; Gv 3:16; Gal 3:16; Flp 2:9-11; Eb 10:12, 13) Per i cristiani la Bibbia è l’ispirata Parola di Dio, l’assoluta verità, utile per insegnare e per disciplinare il genere umano. — Gv 17:17; 2Tm 3:16; 2Pt 1:21.

Dai veri cristiani si richiede più che una semplice professione di fede. È necessario che la convinzione sia dimostrata dalle opere. (Ro 10:10; Gc 2:17, 26) Nati peccatori, coloro che diventano cristiani si pentono, si convertono, dedicano la propria vita a Geova, per adorarlo e servirlo, e si sottopongono al battesimo in acqua. (Mt 28:19; At 2:38; 3:19) Devono astenersi dalla fornicazione, dall’idolatria e dal mangiare sangue. (At 15:20, 29) Si spogliano della vecchia personalità con i suoi accessi d’ira, discorsi osceni, menzogna, furto, ubriachezza e “simili”, e mettono la loro vita in armonia con i princìpi biblici. (Gal 5:19-21; 1Co 6:9-11; Ef 4:17-24; Col 3:5-10) “Nessuno di voi”, scrisse Pietro ai cristiani, “soffra come assassino o ladro o malfattore o come uno che si intromette nelle cose altrui”. (1Pt 4:15) I cristiani devono essere benevoli e comprensivi, miti e longanimi, amorevoli nell’esercitare padronanza di sé. (Gal 5:22, 23; Col 3:12-14) Provvedono alla famiglia e ne hanno cura e amano il prossimo come se stessi. (1Tm 5:8; Gal 6:10; Mt 22:36-40; Ro 13:8-10) La principale qualità che permette di identificare i veri cristiani è lo straordinario amore che hanno l’uno per l’altro. “Da questo”, disse Gesù, “tutti conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore fra voi”. — Gv 13:34, 35; 15:12, 13.

I veri cristiani imitano l’esempio di Gesù, il grande Insegnante e il fedele Testimone di Geova. (Gv 18:37; Ri 1:5; 3:14) “Andate . . . fate discepoli di persone di tutte le nazioni”, è il comando del loro Condottiero. (Mt 28:19, 20) Eseguendo questo comando i cristiani ‘danno testimonianza pubblicamente e di casa in casa’, esortando ovunque le persone a uscire da Babilonia la Grande e a riporre speranza e fiducia nel Regno di Dio. (At 5:42; 20:20, 21; Ri 18:2-4) Questa è davvero una buona notizia, eppure la proclamazione di questo messaggio attira molta persecuzione e sofferenza sui cristiani, come accadde anche a Gesù Cristo. I suoi seguaci non sono al di sopra di lui; basta che siano come lui. (Mt 10:24, 25; 16:21; 24:9; Gv 15:20; 2Tm 3:12; 1Pt 2:21) Se uno “soffre come cristiano, non provi vergogna, bensì continui a glorificare Dio in questo nome”, è il consiglio di Pietro. (1Pt 4:16) I cristiani rendono a “Cesare” quello che spetta alle autorità superiori di questo mondo — onore, rispetto, tasse — ma allo stesso tempo restano separati dalle cose del mondo (Mt 22:21; Gv 17:16; Ro 13:1-7), e per questo il mondo li odia. — Gv 15:19; 18:36; 1Pt 4:3, 4; Gc 4:4; 1Gv 2:15-17.

Si capisce perché persone con tali elevati princìpi di moralità e integrità, predicatori intrepidi e zelanti di un elettrizzante messaggio, si siano prontamente imposti all’attenzione nel I secolo. I viaggi missionari di Paolo, per esempio, furono come un incendio che infiammò una città dopo l’altra — Antiochia di Pisidia, Iconio, Listra, Derbe e Perga in un viaggio; Filippi, Tessalonica, Berea, Atene e Corinto in un altro — inducendo la gente a soffermarsi, pensare e prendere posizione accettando o rigettando la buona notizia del Regno di Dio. (At 13:14–14:26; 16:11–18:17) Molte migliaia furono quelli che abbandonarono la falsa religione per abbracciare di tutto cuore il cristianesimo, e con zelo intrapresero l’attività di predicazione a imitazione di Gesù Cristo e degli apostoli. Ciò a sua volta li rese oggetto di odio e persecuzione, fomentati soprattutto dai capi della falsa religione e da uomini politici male informati. Il loro capo, Gesù Cristo, il Principe della pace, era stato messo a morte con l’accusa di sedizione; ora i cristiani amanti della pace erano accusati di ‘disturbare le città’, ‘mettere sottosopra la terra abitata’, ed essere persone di cui “dappertutto si parla contro”. (At 16:20; 17:6; 28:22) Quando Pietro scrisse la sua prima lettera (ca. 62-64 E.V.) sembra che l’attività dei cristiani fosse ben nota “nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, nell’Asia e nella Bitinia”. — 1Pt 1:1.

Testimonianze di non cristiani. Scrittori secolari dei primi due secoli pure riconobbero la presenza e l’influenza dei primi cristiani nel mondo pagano. Per esempio, Tacito, storico romano nato verso il 55 E.V., parlando delle voci che accusavano Nerone di essere responsabile dell’incendio di Roma (64 E.V.), dice: “Per far cessare dunque queste voci, Nerone inventò dei colpevoli e punì con i più raffinati tormenti coloro che, odiati per le loro nefande azioni [giudicate tali dai romani], il volgo chiamava Cristiani. . . . Ordunque, prima furono arrestati quelli che confessavano la loro fede; poi, dietro indicazione di questi, una grande moltitudine di gente fu ritenuta colpevole non tanto del delitto di incendio, quanto di odio contro l’umanità. E non bastò farli morire, che fu aggiunto anche lo scherno; sicché, coperti da pelli di fiera, morivano straziati dal morso dei cani o venivano crocifissi o dovevano essere dati alle fiamme perché, quando la luce del giorno veniva meno, illuminassero la notte come torce”. (Annali, XV, 44) Un altro storico romano, Svetonio, nato verso la fine del I secolo E.V., riferisce avvenimenti accaduti all’epoca di Nerone dicendo: “[Vengono] puniti di morte i cristiani, seguaci d’una nuova e malefica setta”. — Le vite di dodici Cesari, VI, 16.

Giuseppe Flavio (Antichità giudaiche, XVIII, 64 [iii, 3]) menziona certi avvenimenti della vita di Gesù e aggiunge: “Oggi [ca. 93 E.V.] sussiste ancora la razza dei Cristiani, detti così dal nome di lui”. Plinio il Giovane, governatore della Bitinia nel 111 o 112 E.V., di fronte al ‘problema cristiani’, scrisse all’imperatore Traiano spiegando quali metodi stava usando e chiedendo consiglio. “Ho chiesto loro se erano cristiani”, scrive Plinio. Se ammettevano di esserlo, venivano condannati a morte. Altri, comunque “negavano di essere o di essere stati cristiani”. Messi alla prova, questi non solo offrivano sacrifici pagani, ma addirittura “bestemmiavano Cristo: tutti atti cui è impossibile, a quel che mi si dice, costringere quelli che sono veramente cristiani”. Rispondendo a questa lettera, Traiano loda Plinio, dicendogli: “La via da te seguita . . . nell’esame dei processi di coloro che ti furono denunciati come cristiani è stata quella giusta”. — Lettere, X, 96, 97.

I cristiani del I secolo non avevano templi, non costruivano altari, non usavano crocifissi e non mantenevano ecclesiastici in abiti talari e dai titoli altisonanti. I primi cristiani non celebravano le feste nazionali e rifiutavano qualsiasi forma di servizio militare. “Un’attenta rassegna di tutte le informazioni disponibili mostra che, fino al tempo di Marco Aurelio [imperatore dal 161 al 180 E.V.], nessun cristiano faceva il soldato; e nessun soldato, divenuto cristiano, rimaneva nell’esercito”. — E. W. Barnes, The Rise of Christianity, 1947, p. 333.

Nondimeno, come si nota dalla lettera di Plinio, non tutti quelli che si dicevano cristiani si rivelavano incrollabilmente tali quand’erano messi alla prova. Proprio come era stato predetto, lo spirito di apostasia era già all’opera prima che gli apostoli si addormentassero nella morte. (At 20:29, 30; 2Pt 2:1-3; 1Gv 2:18, 19, 22) In meno di 300 anni, il campo di grano del cristianesimo era stato infestato dalle zizzanie, anticristi apostati, finché, con l’entrata in scena di Costantino il Grande (colpevole dell’assassinio di almeno sette intimi amici e familiari), si arrivò all’istituzione di una religione di stato mascherata da “cristianesimo”.

Fpmte:it-1 Cristiano





Molte persone entrano nella tua vita, ma solo i veri amici lasciano le proprie orme nel tuo cuore!



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09/07/2010 19:03

L’origine del nome “cristiano”

Per almeno dieci anni dopo la morte di Gesù, i suoi seguaci furono conosciuti come gli appartenenti alla “Via”. (Atti 9:2; 19:9, 23; 22:4) Perché? Perché il loro modo di vivere era incentrato sulla fede in Gesù Cristo, il quale è “la via e la verità e la vita”. (Giovanni 14:6) Poi, qualche tempo dopo il 44 E.V., ad Antiochia di Siria, i discepoli di Gesù “furono per divina provvidenza chiamati cristiani”. (Atti 11:26) Questo nome fu ben presto usato anche dai funzionari pubblici. (Atti 26:28) Il nuovo nome non modificava il modo di vivere cristiano, che continuò a ispirarsi al modello di Cristo. — 1 Pietro 2:21.

Fonte:w 1/6/00





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