Testimoni di Geova e dottrine
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Crocifisso ininfluente

Ultimo Aggiornamento: 20/03/2011 18:05
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Post: 102
Sesso: Femminile
20/03/2011 18:05

Alessandro Speciale su "Vino Nuovo" commenta la sentenza di Strasburgo sul crocifisso.

Nell'osannata sentenza di Strasburgo si scrive che «non sussistono elementi attestanti la sua eventuale influenza». È davvero questo che vogliamo? Confesso di non ricordare se le classi dove studiavo da bambino prima e poi da ragazzo avessero sul muro il crocifisso. Forse c'era, forse non c'era, forse in alcune aule c'era e in altre no. Insomma, non ne ho idea. Eppure, da bambino, mia madre “era comunista”, come si dice, e quindi percepivo acutamente la differenza tra me e i miei compagni che il pomeriggio si vedevano a catechismo o a scout e, grazie a quella 'rete', conoscevano quelli delle altre classi che per me erano solo volti muti. Poi, da ragazzo, al liceo, ho conosciuto il cristianesimo e l'ho abbracciato con il misto di scetticismo e integralismo che, immagino, fosse logico per quell'età; ed ero, quindi, fortemente sensibile a tutto quello che aveva a che fare con la religione. Ma anche per quegli anni più recenti non ricordo proprio se ci fosse o meno il crocifisso in classe. Nel mio piccolo, questo mi fa pensare che difficilmente una croce appesa in alto sul muro scrostato di un'aula possa avere grande influenza per lo sviluppo mentale di un bambino. Tanto meno creargli disagio. Ma si sa, le sensibilità sono diverse, forse per qualcuno è così – genitori, beninteso, molto più che ragazzi. Ma la 'trasparenza' dei (presunti) crocifissi della mia infanzia e adolescenza mi fa anche domandare perché ci si batta così tanto per un simbolo che ha così poco 'effetto'. E, badate bene, la “ininfluenza” del crocifisso è una delle tesi del governo italiano per difendere la presenza del crocifisso nelle classi – una tesi fatta propria dalla tanto lodata sentenza di ieri della Corte europea dei diritti umani. “Se è vero che il crocifisso è prima di tutto un simbolo religioso – recita il dispositivo dei giudici di Strasburgo –, non sussistono tuttavia nella fattispecie elementi attestanti l’eventuale influenza che l’esposizione di un simbolo di questa natura sulle mura delle aule scolastiche potrebbe avere sugli alunni”. È davvero questo quello che vogliamo? È difendendone la ininfluenza che rendiamo testimonianza alla croce? Se, per aver posto nelle aule pubbliche, è naturale e giusto che la croce sia un po' 'depotenziata', vale forse la pena pensare a come far vivere veramente la sua paradossale forza nelle Chiese e negli altri luoghi dove la croce non è ospite, ma che in nome di essa sono stati costruiti.


www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=196&ID_articolo=1274&ID_sezione=396&...


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