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Che dire dello strumento usato per mettere a morte il Figlio di Dio? È interessante che la Bibbia usa anche il termine xỳlon per identificare lo strumento usato. Il Dizionario illustrato greco-italiano di Liddell e Scott ne dà questa definizione: “Legno tagliato e pronto per l’uso, sia legna da ardere, sia legname da costruzione, . . . pezzo di legno, tronco, trave, palo, . . . bastone, clava, randello, . . . asse o trave a cui erano legati i malfattori, la Croce, N.T. . . . di legno vivo, pianta, albero”. (Le Monnier, 1975, p. 875) Per illustrare l’accezione “la Croce”, l’edizione inglese di questo dizionario, più ampia, cita Atti 5:30 e 10:39. In questi versetti, comunque, xỳlon è tradotto “legno” da Con, Di, EP, Mar, Na, VR e “albero” da KJ, RS. (Confronta questi significati con Galati 3:13; Deuteronomio 21:22, 23; vedi anche la nota ad Atti 5:30 in Ge).
Il libro The Non-Christian Cross (J. D. Parsons, Londra, 1896), dice: “In nessuno dei numerosi scritti che formano il Nuovo Testamento esiste una sola frase che, nel greco originale, costituisca anche una prova indiretta che lo stauros usato nel caso di Gesù fosse altro che un ordinario stauros; tanto meno che consistesse non di un solo pezzo di legno, ma di due inchiodati insieme a forma di croce. . . . Non poco capzioso da parte dei nostri insegnanti è il tradurre il termine stauros ‘croce’ per rendere nella nostra lingua i documenti greci della Chiesa, e il sostenere tale azione inserendo ‘croce’ nei nostri dizionari quale significato di stauros senza spiegare bene che tale non era affatto il significato principale del termine all’epoca degli Apostoli, non diventò il significato principale che molto tempo dopo, e diventò tale, se mai, solo perché, nonostante l’assenza di ulteriori prove, per una ragione o per l’altra si presumeva che il particolare stauros su cui fu messo a morte Gesù avesse quella particolare forma”. — Pp. 23, 24; vedi anche The Companion Bible, Londra, 1885, Appendice n. 162.

Il peso dell’evidenza indica quindi che Gesù morì su un palo verticale e non sulla croce tradizionale.

Quali sono le origini storiche della croce della cristianità?

“Vari oggetti contrassegnati da croci di diverso disegno e risalenti a periodi molto anteriori all’èra cristiana sono stati trovati quasi in ogni parte del mondo antico. India, Siria, Persia ed Egitto ne han tutti fornito innumerevoli esempi . . . L’uso della croce come simbolo religioso nei tempi precristiani e fra i popoli non cristiani può forse essere considerato quasi universale, e in moltissimi casi era collegato con qualche forma di adorazione della natura”. — Encyclopædia Britannica (1946), Vol. 6, p. 753.

“La forma [della croce a due bracci] ebbe origine nell’antica Caldea, ed era usata come simbolo del dio Tammuz (essendo a forma del mistico Tau, iniziale del suo nome) in quel paese e nei paesi limitrofi, incluso l’Egitto. Verso la metà del III secolo d.C. le chiese si erano ormai dipartite da certe dottrine della fede cristiana o le avevano travisate. Per accrescere il prestigio dei sistemi ecclesiastici apostati, i pagani erano ricevuti nelle chiese indipendentemente dalla rigenerazione per mezzo della fede ed era largamente permesso loro di ritenere i loro segni e simboli pagani. Perciò il Tau o T, nella sua forma più frequente, con il pezzo in croce abbassato, fu adottato come simbolo della croce di Cristo”. — An Expository Dictionary of New Testament Words, di W. E. Vine, Londra, 1962, p. 256.

“È strano, eppure certo, che in epoche molto più antiche della nascita di Cristo, e, successivamente, in paesi non raggiunti dagli insegnamenti della Chiesa, la Croce sia stata usata come simbolo sacro. . . . Il greco Bacco, il tiro Tammuz, il caldeo Bel e il norvegese Odino furono tutti simboleggiati presso i loro devoti da un oggetto cruciforme”. — The Cross in Ritual, Architecture, and Art, di G. S. Tyack, Londra, 1900, p. 1.
“La croce a forma di ‘crux ansata’ . . . era portata in mano dai sacerdoti e dai re pontefici egiziani come simbolo della loro autorità di sacerdoti del dio–sole, ed era chiamata ‘il segno della vita’”. — The Worship of the Dead, di J. Garnier, Londra, 1904, p. 226.
“Varie figure di croci si trovano dappertutto sui monumenti e sulle tombe degli egiziani e sono considerate da molti esperti simboli del fallo [rappresentazione dell’organo sessuale maschile] o del coito. . . . Nelle tombe egiziane la croce ansata [croce sormontata da un cerchio o impugnatura] si trova accanto al fallo”. — A Short History of Sex-Worship, di H. Cutner, Londra, 1940, pp. 16, 17; vedi anche The Non-Christian Cross, cit., p. 183.
“Queste croci erano usate come simboli del dio-sole babilonese, [vedi l’edizione stampata], e si vedono per la prima volta su una moneta di Giulio Cesare, 100-44 a.C., e poi su una moneta coniata dall’erede di Cesare (Augusto), 20 a.C. Sulle monete di Costantino il simbolo più frequente è [vedi l’edizione stampata]; ma si usa lo stesso simbolo senza il cerchio intorno, e con i quattro bracci verticali e orizzontali uguali; e questo era il simbolo particolarmente venerato come ‘disco solare’. Bisogna dire che Costantino era un adoratore del dio-sole, e non entrò nella ‘Chiesa’ che un quarto di secolo dopo aver visto tale croce nei cieli”. — The Companion Bible, cit., Appendice n. 162; vedi anche The Non-Christian Cross, cit., pp. 133-141.
La venerazione della croce è scritturale?

1 Cor. 10:14, CEI: “Miei cari, fuggite l’idolatria”. (Un idolo è un’immagine o simbolo che è oggetto di intensa devozione, venerazione o adorazione).
Eso. 20:4, 5, CEI: “Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo né di quanto è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai”. (Si noti che Dio vietò anche solo di farsi immagini dinanzi alle quali prostrarsi).
È interessante ciò che dice un’enciclopedia cattolica: “La rappresentazione della morte di redenzione di Cristo sul Golgota non ricorre nell’arte simbolica dei primi secoli cristiani. I primi cristiani, influenzati dalla proibizione delle immagini scolpite contenuta nel Vecchio Testamento, erano riluttanti a raffigurare perfino lo strumento della Passione del Signore”. — New Catholic Encyclopedia (1967), Vol. IV, p. 486.
A proposito dei cristiani del I secolo un libro dice: “Non v’era l’uso del crocifisso né alcuna rappresentazione materiale della croce”. — History of the Christian Church, di J. F. Hurst, New York, 1897, Vol. I, p. 366.

Fa differenza se uno è devoto alla croce ma non la adora?

Cosa provereste se un vostro carissimo amico fosse messo a morte dietro false accuse? Vi fareste una copia dello strumento con cui è stato ucciso? Lo considerereste un oggetto caro o lo aborrireste?
Nell’antico Israele, giudei infedeli piangevano la morte del falso dio Tammuz. Geova disse che ciò che facevano era ‘detestabile’. (Ezec. 8:13, 14) La storia spiega che Tammuz era un dio babilonese, il cui simbolo era la croce. Fin dal suo inizio ai giorni di Nimrod, Babilonia fu nemica di Geova e della vera adorazione. (Gen. 10:8-10; Ger. 50:29) Chi è devoto alla croce onora quindi un simbolo di un culto che si oppone al vero Dio.
Come si legge in Ezechiele 8:17, i giudei apostati inoltre ‘stendevano il germoglio al naso di Geova’. Egli definì ‘detestabile’ e ‘offensivo’ ciò che stavano facendo. Perché? Questo “germoglio”, spiegano alcuni commentatori, era una rappresentazione dell’organo sessuale maschile, usata nell’adorazione fallica. Come deve quindi considerare Geova l’uso della croce, che, come si è visto, era impiegata nell’antichità come simbolo nei culti fallici?
FONTE:RS.CROCE



L'umorismo è la cintura di salvataggio nel fiume della vita.(Wilhelm Raab)